Sei Tu Colui...
SEI TU COLUI… O NE ASPETTEREMO NOI UN ALTRO?
Contempliamo con riverenza e amore la figura di Giovanni Battista, il grande profeta, precursore del Messia, ormai incarcerato in una tetra e fetida prigione, dopo le fulgide giornate sulle rive del Giordano, allorquando le folle accorrevano a lui per udirlo e per farsi battezzare, e dopo l’incontro glorioso con Gesù Cristo, e la risposta del Cielo: la discesa dello Spirito Santo, in forma di colomba sul Figliuolo dell’Uomo – Figliuolo di Dio.
I giorni passavano, passavano e Lui, il Liberatore dei prigioni, non veniva in suo soccorso. Una tristezza infinita lo invadeva, nella crescente sofferenza e si andava aprendo alla voce del nemico che gli sussurrava il dubbio: “Sarà Egli Colui che ha da venire oppure ne aspetteremo noi un altro? ”.
Senza essere dei Giovanni Battista, il grande profeta martire, molti di noi ci troviamo incarcerati in lunghe, penose infermità o situazioni o condizioni, le quali, pare, non abbiano mai una soluzione, mai un fine, mai un cambiamento. La tristezza, lo scoraggiamento ci invadono il cuore. Abbiamo pregato, abbiamo creduto, abbiamo atteso, anzi, attendiamo il Signore. Ed il nemico scivola destro, in quei momenti e ci fa dire a noi stessi: Sarà Gesù, Colui che deve venire o ne aspetteremo un altro? Abbiamo atteso liberazione, guarigione, vittoria da Lui. Le dovremo ricevere da altro, da altri?
All’orecchio di Giovanni giungevano notizie delle potenti operazioni che Gesù compiva andando attorno e per lui solo il Signore non si muoveva; nemmeno veniva a visitarlo! Oh, le tentazioni sofferte dal grande precursore! Pure a noi arrivano notizie di gloriosi miracoli e liberazioni compiuti dal Signore, ovunque, e noi ci sentiamo come abbandonati sotto al fuoco degli increduli schernitori che ci dicono: “Dov’è il vostro Dio? ” e lo scuotere del capo dei credenti che dicono: dov’è la vostra fede?
Giovanni non rimase in quella tentazione di dubbio, ma mandò a chiedere a Gesù per una risposta. La risposta fu questa: “Andate e rapportate a Giovanni le cose che voi udite e vedete. I ciechi ricoverano la vista, e gli zoppi camminano, e i lebbrosi sono mondati, e i sordi odono, e i morti resuscitano e l’evangelo è annunziato ai poveri ”. E questa è risposta a noi.
Proprio nella nostra prova e attraverso di essa non ci ha Egli aperti gli occhi su noi stessi? Non ha Egli addirizzati i nostri passi zoppicanti? Non ci ha Egli liberati dai nostri peccati occulti? Non ci ha Egli aperto l’orecchio per udire la Sua voce? Non ci ha Egli strappati dalla morte e fatti figliuoli di Resurrezione? Sapienza di Dio – sapienza di Dio! Beati noi se vediamo tanta sapienza e tanto amore nel Suo procedimento verso di noi e non ci scandalizziamo e ribelliamo.
La risposta di Gesù acquietò Giovanni. Non fu liberato dal martirio, ma bensì dal dubbio e dalla tentazione. Gli furono aperti gli occhi: comprese che doveva essere anche il precursore nel martirio del grande Martire dell’Universo per poi regnare con Lui nella Sua gloria.
E noi? Liberazioni ci sono state date e ci sono date del continuo, mentre Egli ci purifica, facendoci partecipi delle sofferenze, dello scherno, della derisione da Lui sofferte. Acquietamoci ancora noi in Lui. Quale che sia il Suo piano per noi, entriamo nel Riposo del Suo grande fedele amore, benediciamolo per quello che ha fatto e sta facendo nello spirito nostro per renderci partecipi, un giorno, della Sua gloria, mentre attendiamo che muova il Suo potente braccio.
G.P.